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Crisi ecologica e morale: c'è bisogno di “un’altra logica", convegno, organizzato dall’IUSVE

Crisi ecologica e morale: c'è bisogno di “un’altra logica", convegno, organizzato dall’IUSVE  

(Istituto Universitario Salesiano de Venezia) – Teologia e azione: si muove in diversi ambiti la riflessione proposta dal convegno, organizzato dall’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, intitolato “Un’altra logica: il mondo che vogliamo lasciare” con diretto riferimento alla Laudato si’ di Papa Francesco. Il direttore scientifico, Michele Marchetto:

 

“I tragici fatti dell’Ucraina accentuano drammaticamente l’esigenza di una riflessione, seria e profonda sulle urgenze climatiche e sociali”

 

“Un’altra logica: il mondo che vogliamo lasciare” è il titolo del convegno che si richiama alla Laudato si’ di Papa Francesco per proporre due giorni di dibattiti, il 7 e l’8 aprile, su tante delle questioni legate alla “casa comune”. È un’iniziativa dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (Iusve), aggregato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione della Università Pontificia Salesiana di Roma. Direttori scientifici del convegno sono Michele Marchetto e Lorenzo Biagi. Rientra nel progetto “Ecologia integrale e nuovi stili di vita”, che lo Iusve porta avanti da tempo, come spiega Marchetto, docente dello Iusve:

 

Preciso il riferimento alla Laudato si’

Marchetto ricorda che nell’enciclica di Papa Francesco pubblicata nel 2015 si legge tra l’altro: “Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti”. In particolare, Marchetto cita il punto in cui Francesco dice: “Non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni. Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi” per poi spiegare che “chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra”.

 

Teologia e concretezza

“Si tratta di capire – chiarisce il professore – le sfide che convergono nella consapevolezza di una fragilità globale, indotta da modelli di sviluppo potenziati in senso tecnologico e finanziario, che – sottolinea – precedono, e per molti versi preparano, le tragedie della pandemia e delle guerre. Si tratta di comprendere che il tipo di sapere che accompagna il giudizio morale fino alle soglie dell’azione si muove tra l’ambito trascendentale e quello storico, senza che si confondano”. Dunque, il professor Marchetto spiega che al convegno si parla di “vangelo della creazione, di ecologia integrale, ma anche di giustizia nelle differenze”, che significa “trattare della condizione femminile, delle nuove generazioni, di religioni”. Marchetto sottolinea come siano tanti i rappresentanti di settori disciplinari e mondi anche molto diversi, in una pluralità di contributi.

 

Metodologia vecchia e nuova

Il docente Iusve evidenzia alcune indicazioni precise che emergono dalla Laudato si’ parlando della metodologia di “vedere-giudicare-agire” della Dottrina Sociale della Chiesa. Innanzitutto, bisogna “vedere” la precaria situazione del pianeta, nostra casa comune, e ascoltare il “grido della terra e dei poveri”. La crisi ecologica non è solo un problema fisico – mette in luce Marchetto – ma è anche una crisi profondamente morale. Papa Francesco ci invita a riscoprire una visione teologia del mondo naturale che egli chiama proprio il “vangelo della creazione”. Dobbiamo ammettere – è l’invito del convegno – che l’abuso della creazione è peccato ecologico e riconoscere le più profonde radici umane della crisi ecologica. “Si tratta di sviluppare una ecologia integrale perché siamo tutti inter-relazionati e interdipendenti. Siamo invitati di abitare nella nostra casa comune e gestirla in modo più responsabile attraverso una nuova economia e una nuova cultura politica”.

 

Una nuova alleanza

Nell’enciclica, il Papa invoca inoltre un’educazione ecologica che sia in grado di stabilire una nuova alleanza tra l’umanità e il mondo naturale. Abbiamo bisogno anche di una vera spiritualità ecologica incarnata e sacramente che sboccia da una profonda “conversione ecologica” da parte dell’umanità. “E in tutto questo – sottolinea il professor Marchetto – tornano i ragionamenti intorno a giustizia e lavoro”.

 

Fonte: Vatican News