Istituzioni salesiane di Educazione superiore
  • Spagnolo
  • Inglese
  • Italiano
  • Portoghese, Brasile
Message of The Rector Major of Salesians of Don Bosco: Between Pain and Hope

Message of The Rector Major of Salesians of Don Bosco: Between Pain and Hope

 

La fotografia del crocifisso di Leopoli, città dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker, è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la ‘Resurrezione’ di questo popolo e di queste persone.

 

Miei cari amici, mentre scrivo queste righe, tutti i media del mondo stanno riportando, minuto per minuto, quasi in linea diretta, le notizie della terribile guerra che si sta svolgendo in Ucraina. E sono convinto che la grande maggioranza del popolo russo non vuole fare del male a nessuno. Ma penso che la maggior parte di noi sia d’accordo che quello che sta succedendo in quella terra benedetta è terribile, inimmaginabile, incredibile nel 21° secolo, una follia totale, un vero genocidio. Pensare a come ci sentiremmo se lo stessimo vivendo, suppongo che ci riempia di tristezza e ci faccia rabbrividire.

 

Questa è la triste realtà. E ancora una volta il male fa rumore, distrugge cose e persone, porta morte, taglia vite umane, frattura famiglie ecc… Il bene, tanto bene e tanta solidarietà che stiamo vedendo nello stesso momento in cui cadono i razzi e i proiettili a lungo raggio, è un bene silenzioso, cerca di mitigare il dolore, di asciugare le lacrime, di dare calore umano. Perché anche il cuore umano è così.

 

In situazioni come queste vediamo il peggio della condizione umana e anche il più bello del cuore umano.

La fotografia del crocifisso di Leopoli, dove ci sono belle opere salesiane, che viene portato in un bunker è stata riportata da tutti giornali del mondo. Stiamo vedendo dal vivo un altro Getsemani e un altro Calvario. Speriamo di vedere anche la “Resurrezione” di questo popolo e di queste persone.

 

La stessa cosa è successa nella “prima settimana santa della storia”. Così è stato con il tradimento di Gesù, con la sua solitudine e il suo abbandono, con il suo tradimento e il suo dolore, con la sua condanna a morte, con il suo silenzio e la sua solitudine radicale (tranne che per sua madre e il discepolo amato). E Dio ha pronunciato l’ultima parola con la Resurrezione, con la Vita-Altra.

 

In questo periodo pasquale che stiamo vivendo non so cosa succederà con la guerra in Ucraina. Sto scrivendo in anticipo e ogni giorno può essere diverso. Ho fiducia che con la ragionevolezza, e la pressione di quasi tutte le nazioni, e con la forza della solidarietà umana e la Fede e la preghiera, la Pace arriverà.

 

Oggi, quando siamo al decimo giorno di questa terribile guerra, con un milione e mezzo di sfollati, voglio solo sottolineare che la solidarietà, la fraternità, l’umanità dei cuori semplici, delle famiglie, e lo sguardo ragionevole di molti governi mi aiutano a sentirmi meglio come persona. Altrimenti, non credo che saremmo in grado di perdonarci.

 

Il nostro piccolo grande granello di sabbia

Sono in contatto quotidiano con i miei fratelli e sorelle in Ucraina e Polonia. Mi dà molta pace sapere che anche come Famiglia Salesiana offriamo il nostro piccolo granello di sabbia, e sono felice di sapere che i ragazzi ospitati nella nostra casa-famiglia di Leopoli sono ospitati in case salesiane in Slovacchia. Mi dà pace sapere che le case salesiane al confine tra Polonia e Ucraina hanno tutte le porte aperte per accogliere gli sfollati della guerra. A decine di madri con i loro bambini sono state offerte stanze e posti dove vivere con dignità, e cibo, e pulizia. E questa solidarietà sta raggiungendo altre nazioni e anche molte altre presenze salesiane.

 

Da tutto il mondo salesiano, da tutte le Ispettorie, arrivano piccoli o grandi aiuti, secondo le possibilità. Medicinali e denaro sono stati inviati da tutto il mondo, non per noi salesiani, ma perché, come mediatori, possiamo raggiungere i luoghi più remoti e portare aiuto alle persone in difficoltà. Ed è solo un granello di sabbia, ma siamo decine di migliaia di persone e istituzioni che si sommano.

 

Preghiera per la Pace

Si tratta di questo. Non c’è rumore. Non c’è nessuna montatura. C’è semplicità e solidarietà. È tempo di passare dal Getsemani e dal Calvario alla speranza e alla forza della Risurrezione.

 

È molto doloroso che in questa preparazione alla Settimana Santa e alla Santa Pasqua siano presenti bombe, proiettili e pistole, e la morte. Ma anche nel dolore non smetto di proclamare che la vita è più forte, la fratellanza umana è più forte, la solidarietà è più forte, la dignità della persona (a volte calpestata) è più forte, l’aiuto di fratello in fratello (anche senza conoscersi o parlare la stessa lingua) è più forte, la speranza è più contagiosa.

 

Chiedo al Signore della Vita nella preghiera di aiutarci a rinsavire. Preghiamo anche per quelli che hanno iniziato questa tragedia.

 

Prego con Papa Francesco: “Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino”.

 

Il Signore tenga accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. 

 

Chiedo che i cuori pieni di Umanità non tacciano.

Facciamo quello che ognuno di noi può, cari amici. Uniamo i nostri sforzi con le parole, con le mani che aiutano e con la preghiera.

Che il Signore risorto ci riempia della sua forza e della sua pace.

Don Ángel Fernández Artime

Rettor Maggiore