(Vaticano) – Nel suo messaggio per l’apertura della 28.ma assemble generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, a Guadalajara in Messico, Leone XIV le invita a diventare “itinerario della mente verso Dio” e Cristo-Sapienza, “la Verità fatta Persona” secondo san Tommaso d’Aquino. Perché per incontrare le altre scuole di sapere, “non dobbiamo allontanarci da Cristo, né relativizzare il suo posto unico e proprio”
Le università cattoliche sono chiamate a diventare “itinerari della mente verso Dio”, perché, come comprese san Tommaso d’Aquino, in “Cristo-Sapienza c’è, al tempo stesso, ciò che è più proprio della nostra fede e ciò che è più universale dell’intelligenza umana”. E proprio per questo, la sapienza così intesa, “è il luogo naturale di incontro e dialogo con tutte le culture e tutte le forme di pensiero”. Lo sottolinea Papa Leone XIV nel messaggio, in spagnolo, ai partecipanti alla 28° Assemblea generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (Fiuc) aperta oggi, 28 luglio, a Guadalajara, in Messico. Ospitata dall’Università del Valle de Atemajac (Univa) proseguirà fino al 1° agosto, e celebra il centenario della Fiuc, riflettendo sul tema “Le università cattoliche, coreografe del sapere”.
Università cattoliche come “itinerario della mente verso Dio”
Il Papa la definisce “un’espressione molto bella, che invita all’armonia, all’unità, al dinamismo e alla gioia”. Ma in questo contesto, prosegue, “dobbiamo chiederci qual è la musica che stiamo seguendo”.
“Nel nostro tempo, forse più che in altre epoche, abbondano i “canti delle sirene” che risultano attrattivi per la loro novità, per la loro popolarità o, in altre occasioni, per l’apparente sicurezza che infondono. Ma, al di là di tali impressioni, di per sé superficiali, le università cattoliche sono chiamate a diventare “itinerario della mente verso Dio””
E’ questa, ricorda Leone XIV, una felice espressione di san Bonaventura, che permette di realizzare “in noi l’opportuna esortazione di sant’Agostino”, che nel suo Esposizioni sui Salmi, scrive che l’anima umana “di per sè non ha luce”, e la radice della sapienza è nella “regione della verità immutabile: Allontanandosi da questa regione, l’anima si ottenebra; avvicinandosi ad essa Si illumina”.
L’ambiente universitario e l’agire della Chiesa
L’ambiente universitario, con il suo caratteristico dialogo tra diverse visioni del mondo, prosegue il Pontefice, “non è estraneo all’essere e all’agire della Chiesa”. Lo dimostra l’esperienza dei primi cristiani, “già agli inizi dell’evangelizzazione”…
percepirono con chiarezza che non si poteva annunciare la Buona Novella senza chiarire in che misura fosse compatibile o meno con altri modi di vedere il mondo e con altre proposte sul significato dell’essere umano e del vivere in società.
Al sapere del mondo classico mancava Cristo
A questo riguardo, Papa Leone XIV definisce importante la domanda che san Paolo fa ai cristiani di Roma, “invitandoli a confrontare il loro stile di vita attuale con quello che avevano prima: ‘Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte’”. L’esito di tutto il ragionare del mondo classico, sottolinea il Papa, si riassume nella parola “morte”. Perchè a loro mancava Cristo, “Parola e Sapienza del Padre; mancava Colui attraverso il quale e per il quale tutte le cose sono state créate”
Cristo non giunge come un estraneo al discorso razionale, ma piuttosto come una chiave di volta che dà senso e armonia a tutti i nostri pensieri, a tutti i nostri aneliti e ai nostri progetti per migliorare la vita presente e per dare scopo e trascendenza allo sforzo umano.
Non allontaniamoci da Cristo per dialogare con le altre culture
Così san Tommaso, per Leone XIV, comprese bene “che in Cristo-Sapienza c’è, al tempo stesso, ciò che è più proprio della nostra fede e ciò che è più universale dell’intelligenza umana e, proprio per questo, la sapienza, così intesa, è il luogo naturale di incontro e di dialogo con tutte le culture e tutte le forme di pensiero”. Scrive nel suo Commento alle Sentenze che la sapienza, sia che “si tratti di una capacità intellettuale o di un dono [di Dio], riguarda anzitutto il divino”
“Dunque non dobbiamo allontanarci da Cristo, né relativizzare il suo posto unico e proprio, per conversare in modo rispettoso e fecondo con altre scuole del sapere, antiche e recenti.”
Cristo-Sapienza come impulso per una nuova evangelizzazione
L’auspicio finale del Pontefice, prima della sua benedizione, è che “Cristo-Sapienza – la Verità fatta Persona, che attrae a sé il mondo – sia la bussola che orienti il compito delle istituzioni universitarie che voi presiedete, e che la sua conoscenza amorevole costituisca l’impulso per una nuova evangelizzazione nell’ambito dell’educazione superiore cattolica”.
La giornata di apertura dell’assemblea generale della Fiuc
La cerimonia di apertura è introdotta da Isabel Capeloa Gil, presidente della Fiuc, rettore dell’Università cattolica portoghese, fratel Ramirez Yanez, rettore dell’Univa, il cardinal Josè Francisco Robles Ortega, arcivescovo di Guadalajara, e il cardinal José Tolentino de Mendonca, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Alla conferenza inaugurale, sulla diplomazia accademica, interviene l’arcivescovo Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. Insieme a lui l’arcivescovo Joseph Spiteri, nunzio apostolico in Messico, Miriam Coronel Ferrer, ex capo negoziatore nel processo di pace nelle Filippine e membro del gruppo di esperti senior per la mediazione delle Nazioni Unite, e François Mabille, segretario generale della Fiuc
Fonte: Alessandro Di Bussolo ; Vatican News